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Ci sarà bisogno di introdurre standard per la durabilità dei prodotti di consumo e il loro riciclo, e dovremmo offrire alla gente alternative fattibili al consumismo.

Nel settore industriale, i motori inefficienti usano il 64% dell’energia totale di questo settore; un ricambio di tutti i motori industriali risparmierebbe la metà dell’energia e ci ripagherebbe in 16 mesi. L’80% del calore ed energia industriale arriva da cinque settori: carta/cartone, prodotti alimentari, prodotti chimici, metalli e raffinerie petrolifere; queste industrie trarrebbero beneficio più di tutte le altre con centrali elettriche di cogenerazione. Inoltre, più di un quarto dell’elettricità usata nel settore industriale è usata da pompe, i comuni usano tantissime pompe per pompare acque bianche, grigie e nere. Rimpiazziamo le pompe vecchie e inefficienti e ridisegniamo il sistema idraulico municipale per massimizzare l’efficienza, introducendo il riciclo delle acque grigie e nere tramite fitodepurazione e catturando acque piovane.

La produzione di alluminio è una dei più intensivi processi d’uso di energia, ma il 95% dell’energia può essere risparmiata se le lattine vengono riciclate. Più del 50% delle lattine non vengono riciclate, 50 miliardi di lattine vengono buttate via ogni anno al mondo, la maggior parte degli elettrodomestici fatti in alluminio fa la stessa fine. Inoltre, 50 miliardi di bottiglie di plastica PET vengono buttate via ogni anno, 29 miliardi di bottiglie di vetro; di media, 9 bottiglie/lattine buttate via per persona alla settimana. I rifiuti per cittadino in Italia sono 500 kg/anno, e questo è solo una piccola percentuale di tutto il processo e i rifiuti industriali causati per produrre quei 500 kg. Trasformiamo i rifiuti da problema a risorsa, con più raccolta differenziata a partire dal livello comunale. Immaginati un futuro dove 100% di questi prodotti fossero riciclati.

Il cambiamento climatico e la scarsità delle risorse sono le due questioni globali più essenziali della nostra economia “usa e getta”; mentre le economie emergenti costruiscono la loro infrastruttura, la crescita della richiesta per materie prime è uno dei fattori che mette più pressione al prezzo delle risorse. La produzione di cemento globale è più che raddoppiata dal 1990, 70% più velocemente che la crescita globale del pil. Consumiamo ormai 1.5 volte le risorse che il pianeta può rigenerare ogni anno, due volte tanto le risorse che consumavamo 50 anni fa. Negl’ultimi 30 anni abbiamo consumato un terzo delle risorse del pianeta. Andando avanti così, fra 20 anni useremo due volte le risorse attuali ogni anno. L’80% delle foreste sulla terra sono già scomparse, e il 40% dell’acqua dolce non è più potabile. Se tutti consumassero al livello degli americani, servirebbero quattro pianeti, al livello di un italiano, ne servirebbero due. Ma ce n’abbiamo solo uno.

Per la Terra il 28 agosto 2012 è stata una ricorrenza tristemente significativa: era l’Earth Overshoot Day, la giornata in cui ufficialmente si esauriscono le risorse rinnovabili che il pianeta è in grado di generare in un anno. In meno di otto mesi abbiamo fatto fuori la scorta di dodici e per il resto dell’anno dovremo vivere a sbafo. Consumando beni naturali che il nostro pianeta non è in grado di rigenerare, tagliando foreste che servono a riossigenare l’aria che respiriamo, pescando pesci che nei nostri mari già scarseggiano, prelevando acqua da fonti che non si ricaricano. Per mettere il tutto in contesto, nell’anno 2000 l’Earth Overshoot Day fu’ raggiunto il 1mo Novembre, nel 1987 il 19 Dicembre. Nel 2050, se continuiamo così, sarà raggiunto dopo soli 6 mesi, a inizio Luglio.