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In Italia, le aziende, piccole o grandi che siano, ci pensano due volte prima di assumere una persona, visto i costi (1.5-2 volte stipendio netto) e la difficoltà nel licenziare qualcuno. In America questo problema non ce’. Assumere una persona è facile e costa poco. Licenziarla anche. Gli stipendi a liberi professionisti sono pagati con bonifici o assegni, nessuno pensa neanche di pagare in contanti, in nero. Alla fine dell’anno una società da’ a tutti i dipendenti e al fisco un riassunto di quanto sono stati pagati e il fisco manda al libero professionista il totale di tasse da pagare.

In Italia invece gli incentivi portano o al lavoro in nero, o al massimo a lavori a tempo determinato, con pochissimi privilegi. I giovani sono coloro che soffrono di più questa burocrazia e i sindacati che non sono disposti a negoziare le riforme di lavoro no li stanno sicuramente aiutando.

L’evasione fiscale in Italia, la più alta nell’ EU insieme alla Grecia, purtroppo in qualche modo fa’ parte della cultura italiana, ma è soprattutto un problema di incentivi. Il sistema del lavoro in Italia è strutturato in modo da stimolare l’illegalità. Struttura il sistema, rendi facile e ragionevole quello che ce’ da pagare allo Stato, dimostra ai cittadini che i loro soldi sono spesi bene, aumenta i controlli e rendi l’evasione un crimine penale, e vedi che il problema diminuisce esponenzialmente.

La burocrazia del lavoro in Italia fa’ si che sia i lavoratori sia chi assume è incentivato a lavorare in nero, che ormai rappresenta il 20% dell’economia italiana. Un libero professionista con partita iva per esempio, non può negoziare il prezzo del suo servizio perché causerebbe il sospetto del fisco, e pur di prendere il lavoro, il lavoratore preferisce lavorare in nero, prendere meno all’ora e non pagare le tasse. Ad un’azienda, non potendo negoziare di molto il prezzo, questo libero professionista non costa solo il 21% dell’iva in più, ma fino al 50% in più di quello che gli costerebbe in nero. Gli stimoli per non rispettare la legge sono troppo forti.

Per esempio, un idraulico libero professionista può lavorare per 27-30 euro all’ora più iva; ovvero circa 6,000 euro al mese lordi, se lavorasse tutti i giorni lavorativi. Di questi 6,000 euro, 21% sono iva. Dei rimanenti 5000, un terzo li deve pagare in contributi e tasse varie. Prendendosi in tasca circa di 3,250 euro netti. Una persona che vuole assumere questo idraulico per un mese, magari invece di 30 euro all’ora gli offre 20 euro all’ora. Ma l’idraulico non può accettare, perché’ il fisco gli farebbe controlli. Perciò invece di prendere uno stipendio in regola di circa 3500 euro al mese + iva a 20 euro all’ora, che potrebbe anche andare bene all’idraulico, alla persona che lo vuole assumere e allo Stato che ci guadagnerebbe 1800 euro al mese fra contributi e iva, o l’idraulico non lavora, o lavora in nero, per 3500 euro al mese e lo Stato non vede una lira.